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24 Novembre 2021

#25Novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Roma, 25 novembre 2021 - «E’ urgente rimuovere le condizioni che rendono le donne fragili ed esposte alla violenza. Il raggiungimento di questo obiettivo non può essere conseguito solo con la definizione di leggi volte a contrastare questa piaga sociale ma deve essere conseguito anche attraverso strumenti culturali in grado di abbattere stereotipi e pregiudizi che alimentano la violenza ai danni delle donne. In tal senso anche la contrattazione ai vari livelli può e deve svolgere un ruolo di supporto concreto al genere femminile colpito da questa piaga inaccettabile che si afferma purtroppo sempre più come una fra le più importanti violazioni dei diritti umani in tutte le società».

Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini, in occasione della celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha ribadito la ferma condanna ad un fenomeno acuito dalla pandemia. Un fenomeno difficile da debellare, come dimostrano gli ultimi dati del report congiunto Istat e Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, frutto di analisi di numerose fonti, quali la rilevazione sugli utenti dei Centri antiviolenza, le chiamate al 1522, il sistema di indagine della Polizia e il data base sugli omicidi del Ministero dell’Interno. Secondo il Report la storia di violenza vede nove donne su 10 segnalare di aver subito violenza psicologica, il 67% violenza fisica e il 49% minacce, il 38% violenza economica.

Il Dipartimento anticrimine della Polizia (Dac) segnala inoltre 89 denunce al giorno di donne vittime di reati di genere in Italia, e nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famiglia.

Le donne uccise in Italia nei primi undici mesi del 2021 arrivano a quota 103 e superano quelle registrati nello stesso periodo dello scorso anno, invertendo un trend in discesa che durava dal 2018. Sono circa il 40% di tutti gli omicidi commessi nel Paese che hanno toccato quota 252 contro i 256 del 2020. Dunque, nel 2021 sono in aumento del 3%.

Guarini ha sottolineato che «la contrattazione nei settori del terziario privato, dove si concentra oltre il 70% dell’occupazione in Italia con tassi elevati di presenza femminile, negli ultimi anni si è concentrata sull’inserimento di norme ad hoc volte al contrasto alla violenza di genere, anche nei luoghi lavoro, ampliando le tutele previste dalla Legge con l’inserimento di codici di condotta ad hoc o intese nell’ambito degli istituti di welfare sociale».

Il sindacalista ricorda inoltre che «il tema del contrasto alla violenza e alle molestie è stato posto dai sindacati anche con l’avvio della stagione dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro nei settori del commercio, turismo e servizi, applicati complessivamente ad oltre 7milioni di addetti». E così i più recenti rinnovi dei contratti nazionali del Lavoro Domestico, siglato in piena pandemia ad ottobre del 2020, e delle Imprese di Pulizia, Servizi Integrati e Multiservizi, sottoscritto nel mese di luglio 2021, contemplano il riconoscimento di periodi di congedi per le donne vittime di violenza inserite nei percorsi di protezione, periodi anche indennizzati con il 70% della retribuzione.

Anche i recenti rinnovi dei contratti integrativi Arval (luglio 2020), Car2ToGo Italia (gennaio 2021), Gruppo Marriot (giugno 2021), contemplano azioni e protocolli finalizzati al contrasto della violenza di genere, impegnando le aziende ad adottare misure adeguate nei confronti di coloro che la pongono in essere e a concordare con le organizzazioni sindacali iniziative di informazione e formazione dedicate. Il segretario generale della Fisascat Cisl ha rilanciato poi l’appello rivolto al Governo.

«Occorre dedicare una buona parte delle risorse del Recovery Fund alle politiche attive di genere con interventi strutturali».

«La tolleranza zero alla violenza sulle donne invocata dalla Convenzione ILO 190, ratificata quest’anno dal Parlamento italiano - ha concluso Guarini - rappresenta l’inizio di un percorso di impegno concreto che richiede una responsabilità condivisa, non da meno dalle Parti Sociali firmatarie della contrattazione e dalle Istituzioni ai vari livelli che non dovranno far mancare il loro fondamentale contributo».