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Pam Panorama, licenziamenti e contestazioni a pioggia. I sindacati: "Colpiti i dipendenti fragili, è inaccettabile”

Pam Panorama, licenziamenti e contestazioni a pioggia. I sindacati: "Colpiti i dipendenti fragili, è inaccettabile”

Roma, 20 novembre 2025 - Nessun passo avanti nell’incontro tenutosi oggi a Roma tra la dirigenza di Pam Panorama e le strutture nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Alla presenza di un’ampia delegazione di rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori, l’azienda ha dichiarato più volte di non voler arretrare rispetto a quanto accaduto nelle ultime settimane. Si registrano contestazioni a pioggia per i motivi più disparati, spesso pretestuosi: merce esposta in modo ritenuto non corretto, presunte lamentele di clienti, fino a sanzioni spropositate. Si parla di multe superiori alle quattro ore per ritardi di pochi minuti, sospensioni cautelative per presunte irregolarità in punti vendita dove un solo dipendente è costretto a sorvegliare più corsie, fino ad arrivare a licenziamenti del tutto immotivati. Tra questi, una parte riguarda il “test carrello”, durante il quale un ispettore occulta volutamente merce dentro altre confezioni (frutta e verdura mescolate, rossetti nelle confezioni di uova, piccoli oggetti inseriti in cartoni di birra, ecc.). Se il cassiere cade in questo vero e proprio tranello, viene licenziato. L’azienda si trincera dietro un modulo formativo di dieci slide, della durata di forse dieci minuti, erogato a inizio anno, per giustificare quanto sta accadendo. Si scopre poi che per questo “progetto” sono stati impegnati una quarantina di dipendenti, definiti appunto ispettori. Un’azienda segnata da una cronica carenza di manodopera decide deliberatamente di investire risorse in un’azione finalizzata al licenziamento dei propri dipendenti. È inaccettabile. Pam Panorama non è stata in grado di rispondere quando le è stato chiesto quale sia l’incidenza dei furti alle tanto “amate” casse automatiche, dove una sola cassiera deve sovrintendere fino a otto postazioni, rendendo impossibile un reale controllo. In quel caso, gli ammanchi sembrano essere compensati semplicemente dal risparmio sul costo delle cassiere e dei cassieri. A nulla sono valsi i tentativi delle organizzazioni sindacali di trovare una soluzione che non impatti in modo così devastante sulle lavoratrici e sui lavoratori, che dopo decenni di servizio si ritrovano messi alla porta senza alcuna prospettiva occupazionale, in un momento storico già estremamente difficile. È ormai evidente la volontà dell’azienda di colpire una specifica fascia di dipendenti: lavoratrici e lavoratori con anzianità significativa, età anagrafica elevata, titolari di legge 104 o con limitazioni su salute e sicurezza. In breve, chi non risponde ai livelli di produttività auspicati dall’azienda. Pam Panorama è arrivata inoltre a definire “diffamatorio” quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali nelle ultime ore, in un incontro estremamente teso, con un’azienda inamovibile su posizioni rigide e con un fatto particolarmente inquietante: la presenza, in fondo alla sala, di un soggetto non identificato che, solo dopo l’insistenza delle organizzazioni sindacali, è stato qualificato come addetto interno alla sicurezza. Una provocazione inaccettabile, al limite della possibilità stessa di un confronto democratico. Un fatto grave e lesivo delle prerogative sindacali. “Ci si chiede - affermano i sindacati - quale fosse la funzione di tale presenza. Di cosa ha paura l’azienda? Forse un tentativo di intimidire la platea? A ciò si sarebbe aggiunta la presenza di ulteriori persone qualificatesi come funzionari della Questura”. È questo il clima in cui dovrebbe svolgersi un confronto tra parti contrapposte che dovrebbero comunque cercare un punto di mediazione? O si tratta dell’ennesimo segnale dell’impostazione inaccettabile di questa azienda associata a Federdistribuzione? Qual è la posizione dell’associazione datoriale? È questo il modello della cosiddetta distribuzione moderna e organizzata? Di moderno, qui, si vede ben poco: sembra piuttosto un ritorno a un modello ottocentesco, dove o ci si piega alle esigenze del “padrone” o si è fuori. Per tutte queste ragioni, le strutture nazionali e territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proseguiranno nelle azioni di denuncia di quanto sta accadendo all’interno di Pam Panorama, tutelando le lavoratrici e i lavoratori in tutte le sedi opportune e definendo nelle prossime ore ulteriori iniziative sindacali.

Agenti e Rappresentanti di commercio: Fisascat Cisl e Usarci sollecitano la riforma immediata della deducibilità dei costi auto

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Notarnicola: «Norme ferme al 2002, così si penalizza chi tiene viva la rete commerciale del paese»

Conforama/Emmezeta Moda: i sindacati lanciano l’allarme per i tagli ai servizi di pulizia e vigilanza. Il Mimit convoca il tavolo di crisi per il 3 dicembre

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Roma, 19 novembre 2025 – Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti accolgono con favore la decisione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy di convocare per il prossimo 3 dicembre il tavolo di crisi relativo a Conforama Italia ed Emmezeta Moda, a seguito della richiesta sollecitata dalle segreterie nazionali. La convocazione giunge in un quadro già segnato da forte instabilità, che coinvolge oltre 1.200 lavoratrici e lavoratori, tra personale diretto e lavoratrici e lavoratori degli appalti. Le organizzazioni sindacali continuano a esprimere profonda preoccupazione per la scelta delle due società, ancora beneficiarie delle misure di protezione della Composizione Negoziata della Crisi, di procedere a una drastica riduzione dei servizi esternalizzati, in particolare pulimento e vigilanza. Il capitolato delle pulizie dei punti vendita dei diversi territori, redatto da Conforama, verrebbe tagliato fino a oltre il 70%, mettendo a rischio la tenuta occupazionale di circa 60 lavoratrici e lavoratori delle pulizie, molti dei quali già oggi con contratti part time che non garantiscono un reddito dignitoso. La riduzione prospettata porterebbe, nella maggior parte dei casi, a rapporti di lavoro limitati a un’ora al giorno, al di sotto dei minimi previsti dal Ccnl Multiservizi, con le società subentranti dal 24 novembre che hanno dichiarato l’impossibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali. La situazione è ulteriormente aggravata dalle ipotesi, emerse in alcuni incontri territoriali, di ricondurre parte delle attività di pulizia al personale diretto delle aziende, già oggi impegnato in servizi di sicurezza e ristorazione senza adeguata formazione o attestazioni. Una scelta che determinerebbe un evidente demansionamento illegittimo e un potenziale aumento dei rischi per la salute e la sicurezza nei punti vendita. Le sigle evidenziano come tali decisioni siano in netta contraddizione con gli annunci del nuovo management, che aveva dichiarato l’intenzione di consolidare l’occupazione, ampliare le gamme merceologiche e rafforzare la qualità dei servizi offerti alla clientela. Al contrario, la mancata interlocuzione con le organizzazioni sindacali e la gestione unilaterale dei processi interni stanno già provocando la cessazione di numerosi rapporti di lavoro e pesanti ricadute sociali e territoriali. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti ribadiscono la necessità di ristabilire corrette relazioni industriali, garantire l’applicazione dei Ccnl maggiormente rappresentativi e tutelare tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, compresi coloro che operano negli appalti e che da anni contribuiscono al buon funzionamento dei punti vendita senza essere riconosciuti nelle scelte aziendali. Le organizzazioni sindacali, che hanno diffidato formalmente le società dal proseguire nella condotta attuale, parteciperanno al tavolo del 3 dicembre chiedendo tutele per la continuità occupazionale e salariale nonché garanzie sui Ccnl applicati e sulle norme in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

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